IL CASO DI NGOG LITUBA
La Montagna Sacra del Popolo BASSA, MPO'O e BATI
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EF - Cameroun

Ngog Lituba, la "roccia forata"

Ngog Lituba è una bassa montagna rocciosa che si trova nel paese Bassa e Bati, nel distretto di Nyanon, a nord del dipartimento del Sanaga Marittimo. Ngog Lituba ha il significato etimologico di "roccia forata". Si tratta di una roccia immensa che si trova nel dipartimento del Nyong e Kellé nella provincia centrale del Camerun. Il cuore della vasta foresta è percorso dal Sanaga, le cui acque scorrono impetuosamente e con grande fracasso vanno a urtare la roccia sacra di Ngog Lituba.
Questa roccia il cui foro si apre su una galleria è chiamata "roccia forata" e racchiude molteplici ricordi sacri del Popolo Bassa.
Ngog Lituba ha l'aspetto di una roccia vulcanica insolita, isolata nel mezzo di una pianura piatta e tranquilla che si estende per molti chilometri, sebbene non vi siano tracce di un cratere, a meno di considerare l'immensa area in cui si trova come un cratere meteorico. Ngog Lituba potrebbe essere infatti una roccia meteorica di straordinarie proporzioni.
Se consideriamo che gli oggetti che entrano dallo spazio nell'atmosfera terrestre sono sottoposti a forti frizioni che generano temperature abbastanza elevate da far fondere i materiali rocciosi, si può notare come, salendo sopra alla montagna, in alcuni punti la roccia sembri gonfia e piena di aria. In altri punti, nella roccia si possono osservare addirittura impronte preistoriche di piedi umani lasciate evidentemente in materiale ancora malleabile.


Ngog Lituba e l'origine mitica dei Popoli Bassa, Mpo'o e Bati

L'origine del popolo Bassa è legata a Ngog Lituba e al suo significato sacro. In base alle leggende e ai miti che sono tramandati ancora oggi in Africa, Ngog Lituba è considerata come la culla dei popoli Elog-Mpo'o, Bassa, Duala, e del gruppo Bati.
Il mito riferito a Ngog Lituba è determinante e fondamentale per la cultura di questi popoli che da sempre effettuano dei pellegrinaggi alla grotta sacra per commemorarvi la loro storia e insegnare ai propri figli la tradizione sino ad allora rimasta segreta, conservata da pochi iniziati comunemente riconosciuti come Mbombock o Mpeh Mpeh, a seconda delle tribù.
La memoria orale degli Elog Mpo'o (Bisoo/Bakoko) afferma che questi popoli sono venuti dall'antico Egitto e dalle regioni del Ciad. La leggenda narra che essi, cacciati dai Foulbe, inseguiti dai loro nemici, come nel racconto biblico del faraone che inseguiva gli ebrei fuggitivi, si rifugiarono nella grotta di una roccia il cui ingresso venne celato da un provvidenziale ragno che tessè rapidamente la sua tela. I nemici del popolo Bassa passarono davanti alla roccia e senza sospettare nulla proseguirono, consentendo ai fuggitivi di procedere poi per il loro cammmino.
Da allora questa roccia chiamata Ngog Lituba è considerata la culla del popolo Elog Mpo'o, e il ragno è divenuto il loro totem.
Ngog Lituba viene considerata da altre tradizioni del luogo come la grotta da cui uscirono i due primi progenitori del popolo africano, protetti anch'essi dai loro nemici a mezzo della tela di un ragno.
Ancora altre tradizioni relative a Ngog Lituba affermano che questo fu il luogo in cui, al principio dei tempi, si manifestò il dio vivente Nyambé, l'antico degli antichi.
Questo creò gli spiriti, la prima coppia umana che mancava di ombelico e l'immensa foresta dove vi pose la grande roccia di Ngog Lituba.
La coppia umana generò la sua prole che costituì nel tempo un popolo numeroso e felice. Nyambé viveva tra di loro dispensando conoscenza e proteggendoli dalle malattie e dalla morte. Il foro nella roccia era la sua casa. Intorno al dio gli uomini vivevano nella pace e nella prosperità poiché possedevano una unione di intenti basata sulla reciproca amicizia, uniti simbolicamente come le dita delle mani.
Quando gli uomini diventati vecchi o malati andavano a passare nove giorni ai piedi del "Singue", un piccolo albero che era stato piantato dallo stesso Nyambé, ritrovavano salute e una rinnovata gioventù per ricominciare una nuova vita.
Purtroppo quando il popolo divenne una massa incontenibile comparvero individui che presero a contestare il ruolo del dio e, appoggiati dai loro seguaci, presero a reclamare la loro volontà di guidare spiritualmente gli uomini in vece sua.
Il dio, rispettando la loro volontà, si fece da parte. Prima di accommiatarsi dagli uomini si presentò un'ultima volta per dare ancora la sua ultima esortazione. Mostrò un fascio di rametti trattenuti da un laccio e spiegò come questo fascio, ovvero l'unità del popolo, non poteva essere spezzato neppure dal più forte dei presenti, mentre un qualsiasi singolo rametto era frantumabile senza problemi da chicchessia e li invitò a mantenersi uniti per continuare a vivere nella pace e nella felicità. Quindi se ne andò lasciando il mondo degli uomini, incamminandosi verso ovest, lasciando che le società segrete continuassero a onorarlo.
Da allora il popolo africano perse la sua unità, conobbe la sofferenza e la morte. Solo coloro che lo ascoltarono, assecondandolo nella sua esortazione, poterono continuare a vivere nel suo dono spirituale.


Ngog Lituba e le altre Montagne sacre dei nativi

Ngog Lituba non è l'unica presunta roccia di natura meteorica conosciuta sulla terra legata a antichi miti di eventi straordinari del passato che si riferiscono alle radici dell'umanità. Ne esistono altre in Australia, in alcuni stati degli USA e in molti altri paesi.
In Australia si trova Uluru, la montagna rossa considerata sacra dai Nativi australiani, che si erge al centro del continente. Un complesso che nel suo significato ricorda Externsteine nella Foresta Nera in Germania, simbolo spirituale di molti Nativi europei.
Il carattere sacro di Ngog Lituba ricorda anche Mount Graham, o "Dzil Nchaa Si An", la montagna sacra degli Apache dell'Arizona. O la "Montagna di Adamo", sull'Isola di Ceylon, dove esiste l'impronta di un piede umano che le tradizioni autoctone attribuiscono ad un dio.


La violazione di Ngog Lituba da parte del Vaticano e il ricorso all'ONU

Indifferente alle tradizioni del Popolo Bassa, il vescovo di Douala, Monsignor Mongo, egli stesso dell'etnia Bissoo, ha scelto Ngog Lituba nel 1959 come luogo di pellegrinaggio mariano, facendo erigere una croce e una statua della Madonna sulla cima della montagna.
Davanti a questa palese violazione della sacralità attribuita dagli autoctoni a Ngog Lituba, dal 2006 la Ecospirituality Foundation, in nome del Popolo Bassa e su proposta del portavoce della "Confrérie Mbog-Parlement" Samuel Brice Tjomb, denuncia all'ONU di Ginevra e di New York le profanazioni della montagna sacra Ngog Lituba. La montagna, santuario naturale e spirituale, è oggetto di una dissacrazione perpetrata dalla Chiesa cattolica romana il cui intento è di trasformare questo importante luogo di pellegrinaggio, culla delle quattordici tribù native di Ngog Lituba, in una proprietà fondiaria grazie al suo monopolio in Camerun, paese laico.
Così si spiega l'installazione, oltre dieci anni fa, della croce e della statua della Madonna in cima alla montagna. L'appello all'ONU del Popolo Bassa riguarda anche la restituzione al Camerun delle vestigia mistiche e del patrimonio tradizionale conservate nei musei europei dall'epoca della colonizzazione del Camerun da parte della Francia, della Germania e della Gran Bretagna.
Viene chiesta quindi la messa a punto di un meccanismo che favorisca l'identificazione, il rimpatrio, il recupero e la conservazione in Camerun degli strumenti spirituali usati dai Patriarchi Mbock e appartenenti agli autoctoni, che sono stati sequestrati nel corso dei decenni coloniali e trattenuti nei musei europei come semplici ornamenti.
La Ecospirituality Foundation chiede alle Nazioni Unite di riconoscere la volontà dei Nativi di Ngog Lituba di esercitare e di godere liberamente, in virtù della Dichiarazione sui Diritti dei Popoli Indigeni, dei benefici spirituali e culturali della loro montagna sacra.
Essi richiedono che questo luogo trascurato e minacciato dal degrado sia riconosciuto dall'Unesco come Patrimonio Mondiale dell'Umanità per poter mettere fine al monopolio della Chiesa cattolica romana.
In ogni caso, questa rivendicazione culturale e spirituale non contiene alcun interesse politico, poiché sarebbe fuori luogo sostituire la storia dell'indipendenza del Camerun, sostenuta dai popoli nativi di Ngog Lituba, con il caso attuale che viene portato all'attenzione della comunità internazionale.
Per i Nativi e i membri dell'etnia africana Bassa, Ngog Lituba rappresenta la sola speranza per la loro sopravvivenza culturale, per molto tempo rimasti vittima di pratiche che minacciano l'estinzione della loro fiamma ecospirituale.


NGOG LITUBA
(La pietra forata)

COSMOS DU PEUPLE BASSA'A,
COSMOS DU PEUPLE AFRICAIN.

JE PARLE AU NOM DU PEUPLE BASSA'A
JE PARLE AU NOM DU PEUPLE BATI,
JE PARLE AU NOM DU PEUPLE MPO'O :

N'OUBLIEZ-PAS NGOG LITUBA!

NGOG LITUBA EST NOTRE SEUL REPERE CULTUREL ET SPIRITUEL
ENFANT
ANCIEN
FEMME
MBOMBOCK,
QUEL QUE SOIT TON STATUT,
N'OUBLIE PAS NGOG LITUBA !
N'OUBLIE PAS NGOG LITUBA !
N'OUBLIE PAS NGOG LITUBA !

JE T'EN PRIE,

N'OUBLIE PAS NGOG LITUBA…


Poesia di Samuel Brice Tjomb


Un pellegrinaggio verso la grotta mitica di Ngog Lituba


Il Mito celtico della Roccia Forata o di Fetonte e della città di Rama

Un mito arcaico del patrimonio dell'antico druidismo europeo.
All’inizio c’era solo l’abisso primordiale che precipitava su se stesso, come una cascata fragorosa di un fiume ribollente e urlante che si rigenerava senza fine là da dove finiva.
Dalle nebbie dell’abisso ribollente nacque la Terra.
Quando la Terra fu completa non era ancora abitata dall’uomo. C’erano le piante a coprire l’intera Terra come una grande foresta. I progenitori non erano ancora comparsi. C’erano solo i terribili signori della notte, invincibili e dominatori di tutto ciò che aveva preso a vivere sulla Terra.
Fu allora che il Drago primordiale vide le loro iniquità e decise di cancellare la loro presenza sulla Terra. Gettò al suolo un grande masso di roccia schiacciandoli e così li cancellò per sempre dalla memoria.
Il suolo tremò e il cielo si oscurò. Quando la quiete ritornò sulla Terra ammutolita il Drago si mise a creare i progenitori perchè costoro potessero partecipare alla sua forza e al suo potere.
Creò i progenitori e visse tra di loro ospitandoli nella sua Terra segreta come figli. Quando costoro furono in grado di camminare li condusse al luogo dove c’era la grande roccia. Ai piedi della pietra c’era l’albero che dava vita ai morti e faceva rinascere quelli che già erano nati.
La pietra era immensa e rotonda. Al centro c’era un grande foro, anch’esso rotondo, che l’attraversava per tutto il suo spessore.
Dentro al foro non c’era nulla. C’era solo il vento che l’attraversava con lo stesso fragore del fiume ribollente e urlante dell’abisso su cui si trovava appoggiata la Terra.
Il drago si pose al centro della roccia forata e disse ai progenitori: “Questo vuoto non è qui per caso. Esso rappresenta il riflesso opposto alla solidità della pietra che vedete adesso con i vostri occhi di sempre.
Ma se saprete guardare meglio, nel vuoto che è mostrato dalla roccia potrete leggere il segreto di tutte le cose e da dove viene e dove va il fiume primordiale su cui si sostiene la Terra. E questo sarà il segno del potere dei progenitori”.
Il Drago aggiunse ancora: “Il mio posto non è su questa Terra e sto per andare via. Prima però vi faccio dono di questa pietra che lascio per voi. Se imparerete a leggere la roccia lungo il suo bordo troverete i suoi ventidue angoli segreti che riveleranno come guardare questo vuoto e come giungere al centro che gli dà forma”.
I progenitori ascoltarono e capirono che per poter leggere i segreti angoli della roccia dovevano imparare a tacere e a guardare. Così, dopo che il Drago li lasciò seguendo il cammino dove porta il sentiero dell’arcobaleno, andarono a sedersi all’ombra del grande albero che era nato tra il cielo e la Terra per ottenere il Potere che era stato loro promesso.
Questa è la storia dei nostri progenitori.
Questa è la memoria che conserviamo dei tempi antichi.
Questa è l’inizio che fu dato alle nostre vite e a quelle che seguiranno ancora dopo di noi.