RADIO 3CR COMMUNITY INTERVISTA
ROSALBA NATTERO E GIANCARLO BARBADORO

In qualità di Osservatori della Ecospirituality Foundation
alla Cerimonia di sepoltura delle spoglie degli Antenati Wamba Wamba


A cura di Lisa Beleart, Nativa australiana, giornalista della Radio 3CR
Community, emittente aborigena - Melbourne, 25 ottobre 2005


Lisa:
Rosalba, dove sei stata da quando sei qui in Australia?

RN:
RN: Sono stata a Sidney, Melbourne; sono stata qui con il mio gruppo musicale per alcuni concerti ed ho conosciuto Jida Gulpilil alla Melba Hall. Abbiamo suonato insieme, e per questo abbiamo avuto l'occasione di entrare in contatto con Gary Murray e con altri amici di Jida. È stata in fondo questa la cosa principale del viaggio.

Lisa:
Lisa: Potresti dire qualcosa del vostro viaggio a Swan Hill?

RN:
E' stata una magnifica opportunità perché io e Giancarlo Barbadoro siamo i fondatori della Ecospirituality Foundation, una NGO in Consultative Status with United Nations e lavoriamo per tutelare i diritti spirituali degli Indigenous People.
Per questo dico che questa ultima parte del viaggio è la più importante per noi, perché abbiamo potuto venire in contatto con la tradizione degli Indigenous People locali, Indigenous Australian, e la cerimonia di Swan Hill è stato un momento molto importante e molto prezioso e faremo qualsiasi cosa nelle nostre possibilità per diffondere questa lotta.

Lisa:
Questo è Giancarlo Barbadoro, il fondatore e presidente della Ecospirituality Foundation. Benvenuto al programma. Potresti dirci qualcosa, per favore, della Ecospirituality Foundation?

GB:
la Ecospirituality Foundation è nata per difendere le tradizioni dei Popoli Naturali e per dare la possibilità ai Popoli Naturali di far sapere che esistono come cultura viva e non solo come degli oggetti da mettere nei musei.

Lisa:
Lisa: ci troviamo appunto di fronte al museo di Melbourne, situazione buffa in un modo o nell'altro… ora vorrei chiedervi qualcosa della vostra storia e della vostra cultura.

GB:
Diciamo questo: i Popoli Naturali non esistono solo nei luoghi dove si ritiene che esistano, ovvero si pensa che sul continente europeo ci siano solo dei maledetti invasori che hanno portato morte e distruzione da tutte le parti. Ma anche noi sul territorio europeo siamo stati purtroppo raggiunti da questa maledizione, anche la nostra cultura è stata tormentata e anche sul territorio europeo ci sono dei Nativi europei che non si distinguono dagli altri perché il colore della pelle è uguale per tutti, ma si distinguono nel cuore: il cuore è profondamente diverso.

Lisa:
Rosalba, potresti dirci anche qualcosa della tua storia?

RN:
La mia storia è molto simile a quella di Giancarlo, perché anch'io mi sento Nativa, anch'io ho scoperto le mie tradizioni native, ho scoperto di essere stata invasa; ho scoperto di essere stata defraudata delle mie tradizioni, quindi anche in Europa esistono queste tradizioni e io mi sento una Nativa europea. Ancora una cosa: insieme al confronto con Jida, con Gary e gli altri abbiamo fatto altre scoperte che ci è già capitato di fare con i Nativi Americani, i nostri fratelli, a cui siamo molto legati, e queste scoperte riguardano una stessa tradizione che si manifesta con cose molto simili, con simbolismi veramente quasi identici.

Lisa:
Giancarlo, vuoi aggiungere qualcosa?

GB:
Abbiamo presentato all'ONU, alla Commissione dei Diritti Umani, un libro che è stato accolto favorevolmente dall'ONU e che è stato anche sponsorizzato, appoggiato. Questo libro parla dei Popoli Naturali e dell'Ecospiritualità. Cosa dice? Dice questo: una cosa che sembra ovvia ma che poi non appare, ovvero che ci sono culture apparentemente uguali ma non è cosi: si distinguono in popoli legati alle religioni e popoli che sono legati invece alla Natura, hanno riferimento alla vita, all'esistenza. In Australia lo chiamano il Dreaming, da altre parti lo chiameranno in altra maniera, ma è la Natura, l'esistenza.

Lisa:
Rosalba, che messaggio vorresti dare ai nostri ascoltatori ed in particolare agli ascoltatori aborigeni?

RN:
Il messaggio che vorrei dare è che gli Indigenous Peoples di tutto il mondo devono stare uniti. Devono guardare le cose che hanno in comune, non quelle che li dividono. Perché solo così potranno crescere, portare avanti le loro culture, le loro tradizioni e portarle avanti come un esempio per tutta l'umanità.

GB:
volevo aggiungere questo: che il mio suggerimento, il mio invito è quello di non vergognarsi delle proprie tradizioni, non pensare che esista da un'altra parte il progresso e la civiltà, come viene detto dalla società maggioritaria, ma che la dignità è alla pari con tutti. Quello che abbiamo imparato in Europa è che bisogna, secondo me, accedere alle tecnologie, alla società, integrarsi, mantenendo la propria anima per poter rivoltare tutto e fare della Terra una patria libera.

Lisa:
Rosalba e Giancarlo vi faccio i migliori auguri per la parte restante del vostro viaggio in questo paese.

GB:
Noi non dimentichiamo di essere sulla vostra terra, ospiti vostri, non dei bianchi, non dei coloni.