INTERVISTA A JIDA MURRAY-GULPILIL

della Wiran Aboriginal Corporation


A cura di Rosalba Nattero - Melbourne, 25 ottobre 2005

Rosalba Nattero:
Jida, durante la cerimonia di sepoltura delle spoglie degli Antenati, ti sei esibito in una danza molto emozionante. Che cosa significava quella danza?

Jida Gulpilil:
La danza che abbiamo fatto rappresentava i nostri totem. Il totem che stavamo raffigurando era quello del cocatu nero con le piume rosse. Fare un regalo ai nostri Antenati tramite la danza è un vero onore. Inoltre, la danza rappresenta la nostra identità e fa vedere la nostra provenienza, perciò rappresenta anche il nostro Paese, la terra dove abbiamo sepolto i nostri Antenati.

JIDA MURRAY-GULPILIL
Nativo Australiano delle Comunità Dja Dja Wurrung e Wamba Wamba.
Dance Leader for Wiran Ceremonial Dancers of the Wamba Wamba.

Dare continuità alle nostre tradizioni per le nostre future generazioni, anche attraverso la danza, è importante per noi perché lì c'è tutta la nostra storia. Una storia condivisa con la Terra e il collegamento ad essa tramite i nostri totem. Tutto questo è importante, così come è importante la tutela della Terra e il legame con essa, in modo che nostri figli futuri possano capire la responsabilità di proteggere il nostro Paese, le nostre usanze, le nostre credenze, i nostri luoghi sepolcrali e altri luoghi sacri ad essi associati.
Io collaboro con altri clan, e con i loro associati culturali, che vivono e svolgono le loro attività nel Victoria. Ci occupiamo di educare i più giovani e di insegnare le nostre lingue.
Io sono un danzatore, mio padre mi ha insegnato le danze tradizionali. Sono legato alla mia gente tradizionale, al mio Clan e alla mia Terra. Perciò questo è il mio lavoro, è quello che sono, è quello che pratico, è quello che condivido con gli altri. Lo faccio con la danza ed il canto. Insegno la mia lingua tramite il racconto. Oggi con la tecnologia riusciamo a svolgere questo compito in tanti modi e in tante forme.
Noi speriamo di ottenere la comprensione da parte dei governi che controllano i diritti e la legislatura dei territori che sono associati a noi come popolo, e che si legano al nostro paese.
Vogliamo aprire la strada per un riconoscimento, per una nuova forma di comprensione in modo da poter riportare a casa le spoglie dei nostri Antenati e riseppellirle. E sapere che quel luogo sarà per sempre nostro e protetto per sempre.

Rosalba Nattero:
Cosa significa per te la cerimonia di sepoltura a cui abbiamo assistito?

Jida Gulpilil:
Per me rappresenta tutto, si tratta di qualcosa onorevole da fare per la propria gente, per il proprio passato, per il futuro e per il presente. Siamo stati capaci di superare tanta emotività conflittuale dentro di noi, sai? Fatto questo passo, abbiamo potuto capire il percorso della nostra cultura. Io ora posso comprendere il mio ruolo e dove può portare me, la mia famiglia, i miei figli.
Mi piace credere che non si tratti solo della sepoltura della nostra gente, ma di un qualcosa più importante di qualsiasi altra cosa. Si tratta del nostro futuro, del mio futuro, dove io sono e dove sarò se giungerà la mia ora prima di quanto mi aspetti. Non voglio essere dimenticato o ricordato in un tempo e in un luogo sbagliato. Avere un giusto riconoscimento per chi siamo, cosa rappresentiamo e a che cosa apparterremo per sempre dopo la nostra vita è fondamentale per noi.

Rosalba Nattero:
Mi pare che tu lavori all'interno di un gruppo culturale, quale é lo scopo principale di questo gruppo?

Jida Gulpilil:
I nostri scopi principali sono quelli di focalizzare le nostre priorità, al momento si tratta di partecipare alla diffusione della nostra cultura tramite la divulgazione di chi siamo in modo che la gente si possa educare da sola a proposito della nostra identità e della realtà di questo paese, della vera cultura del paese. Oggi la cultura spesso è fatta solo di interessi che vanno dal surf alla mountain bike o all'equitazione, fino alla cultura del pub. Ma la gente vuole conoscere la storia reale, conoscere la nostra cultura, chi siamo e cosa facciamo, cosa rappresentiamo. Quindi noi tutti operiamo in questa direzione.

Rosalba Nattero:
Ci siamo incontrati alla Melba Hall. Abbiamo suonato insieme e siamo rimasti stupefatti dal legame nato tra di noi. Tu suonavi il didgeridoo mentre noi suonavamo la nostra musica celtica, era meraviglioso. Tu che ne pensi? Proveniamo da tradizioni molto simili, cosa puoi dirci?

Jida Gulpilil:
Credo che tutto questo sia incredibile, credo che abbiamo molto da far vedere al mondo. Noi siamo Popoli Indigeni dei nostri rispettivi paesi e già questo fatto straordinario ci offre tante cose da condividere e da conoscere. Siamo riusciti a far rivivere le nostre culture in tanti modi diversi, nonostante siamo stati portati via dai nostri genitori, i nostri figli rapiti, la nostra cultura derubata come è successo per la "stolen generation".
Il nostro incontro ci ha permesso di unirci ad altri Popoli indigeni del mondo e abbiamo rafforzato lo spirito del pianeta, ecco cosa possiamo fare insieme.
Tanta gente vorrebbe far parte di questo spirito e cerca svariati modi per riuscirci. Dobbiamo creare diverse possibilità per loro, in modo che possano far parte di quella musica, di quel canto, o danza, racconto o dipinto.