UNITED NATIONS
COMMISSIONE PER I DIRITTI UMANI
Working Group On Indigenous Populations
Geneva 18 to 22 July 2005


La Declaration di Rosalba Nattero

Signor Presidente,

Il mio nome è Rosalba Nattero. Sono Rappresentante della Apache Survival Coalition e sono qui ancora una volta per parlare a nome di Ola Cassadore, Presidente dell'Apache Survival Coalition.
Anche quest'anno mi appello contro la violazione di un luogo sacro e dei diritti religiosi di un popolo. Mi riferisco a Mount Graham, la montagna sacra degli Apache.
Noi riteniamo che l'identità dei Popoli nativi sia basata sulla loro conoscenza tradizionale. In queste radici essi trovano riferimento per la loro storia e la loro spiritualità.
Senza queste radici è inevitabile che l'eredità dei Popoli naturali scompaia, creando grave danno per gli individui.
Mount Graham, conosciuto dagli Apache con il nome di Dzill Nchaa Si'An, ha un ruolo fondamentale nella conoscenza tradizionale di questo Popolo. Sin dai primordi è il loro massimo luogo sacro.
Per gli Apache è un riferimento spirituale e terapeutico. Su questa montagna trovano le erbe, le acque e le piante per praticare la loro terapeutica. È stato sempre usato dagli Apache per i loro riti collettivi e per le loro preghiere individuali, ragione per cui è fondamentale per la cultura e la religione degli Apache.
Ma questo sacro monte è minacciato dalla costruzione di un osservatorio astronomico internazionale a cui partecipano, insieme all'Università dell'Arizona, anche il Vaticano e l'Osservatorio di Arcetri, finanziato dal governo italiano.
Mount Graham era nei confini della riserva Apache, ma nel 1873 la montagna fu loro strappata via da un ordine esecutivo. La montagna è stata indisturbata finchè l'università dell'Arizona non iniziò ad intervenire sul suo suolo per realizzare l'osservatorio.
Il progetto iniziale si chiamava Columbus Project, ma il nome fu cambiato dopo che nel 1992 ci furano parecchie proteste nelle città USA ed europee.
Il progetto prevedeva la costruzione di 7 telescopi. Due telescopi sono già stati costruiti e un terzo, destinato a diventare uno dei più grandi e perfezionati del mondo, è stato inaugurato lo scorso ottobre.
Oggi una scatola di metallo alta 14 piani è stata costruita per ospitare il Large Binocular Telescope. Il telescopio sovrasta la foresta di Emerald Peak, si vede sia dalla riserva San Carlos che da quella di White Mountains.
Il Large Binocular Telescope doveva essere completato nell'ottobre del 1992. Ma LBT si porta addosso un ritardo di 13 anni che è segnato dalla protesta internazionale, dai fallimenti tecnologici e da varie e parecchie modifiche attuate al telescopio per compensare le condizioni di scarsa visibilità del sito. Infatti Mount Graham, che ha una umidità elevata, è soggetto a turbolenza atmosferica non indifferente.
L'Università dell'Arizona ha una storia eccezionale di azioni per espropriare Mount Graham agli indiani in nome della ricerca scientifica. A metà degli anni '90, l'UA fu la prima università a protestare contro la messa in elenco delle specie in via di estinzione che proteggevano la montagna. Fu la prima università che andò in tribunale contro la American Indian Religious Freedom Act che tutela la libertà religiosa degli indiani, fece arrestare un Nativo che pregava, e insistette che i Nativi che volevano pregare sulla montagna dovevano arrivare con i permessi legali. La UA non solo fu la prima a cercare l'esenzione da ogni legge USA sull'ambiente, ma per superare gli ordini giudiziari che vietavano la costruzione del telescopio cercò di ottenerla per ben due volte.
Questo sviluppo totalmente illecito è stato contestato dagli Apache sin da quando essi sono venuti a conoscenza del progetto, circa quindici anni fa. Sono state organizzate manifestazioni di opposizione al progetto ancora prima che un singolo albero fosse abbattuto o una mina fosse fatta esplodere.
A fianco della Apache Survival Coalition, guidata da Ola Cassadore, si è sollevata una protesta internazionale che ha unito Tribù indiane e organizzazioni non governative da tutto il mondo.
La Tribù degli Apache San Carlos, la Tribù dei White Mountain Apache, il National Congress of American Indians, il National Council of Churches, e molte altre organizzazioni nazionali ed internazionali hanno preso posizioni ufficiali contro il progetto.
Molti degli sponsor, vista la protesta internazionale e a causa della non idonea visibilità del sito, si sono ritirati. Tuttavia il progetto non è stato fermato. Il progetto è andato avanti nonostante queste opposizioni e nonostante la legge di preservazione dei siti storici, appellandosi a delle esenzioni che il Congresso aveva votato in passato, e seppellendo altre importanti legislazioni.
Dopo aver negato per molti anni che Mount Graham fosse un luogo sacro, nell'estate 2002 la U.S. Forest Service finalmente rilasciò un rapporto realizzato dai propri esperti in cui si dimostrava che l'intera montagna era un sito degno di essere iscritto al National Register of Historic Places, un registro federale per la protezione dei siti storici e culturali di importanza nazionale. Malgrado ciò, il Forest Service non ha ancora nominato questo sito nel Registro, nonostante sia una loro precisa responsabilità.
In questo ultimo anno la Apache Survival Coalition ha incontrato molte volte la U.S. Forest per discutere questo tema, ma Mount Graham è ancora oggi esclusa dal National Register of Historic Places.
Negli ultimi anni, la Apache Survival Coalition ha condotto una battaglia per dissuadere due altre università ad aggiungersi al progetto come partners, l'Università del Minnesota e l'Università della Virginia. Queste due Università hanno fatto agli Apache offerte cospicue in denaro e in tema di assistenza in educazione e sanità in cambio della loro collaborazione.
Ma seppure l'educazione e la sanità siano molto importanti per un popolo, questa proposta è stata vista dagli Apache come un tentativo di corruzione ed è stata rifiutata senza indugio.
Più strana di tutte, forse, la posizione combattiva che il Vaticano assunse come partner della UA. La Specola vaticana, tramite il suo direttore, il gesuita Padre Joseph Coyne, ha superato le dichiarazione dell'Università dell'Arizona e ha denunciato il rapporto spirituale che gli Apache hanno con la montagna.
Coyne ha menzionato nella prima edizione del suo manifesto "Riflessioni Personali sulla Natura del Sacro" che la volontà degli Apache a difendere la montagna è "un tipo di religiosità che deve essere soppressa con tutta la forza che si riesce a radunare".
Questi 15 anni di lotta da parte degli Apache e di molte persone attorno al mondo che si sono impegnate a difendere Mount Graham non devono essere vanificati. 15 anni di frustrazioni, in cui Ola e la sua gente hanno viaggiato per migliaia di miglia, pregato e versato lacrime per la loro montagna spirituale. Ma non si sono mai arresi. Ola ha continuato ad informare i non-indiani che la loro montagna è, secondo le parole di Ola, "una manifestazione dinamica del potere spirituale e non potrà mai essere conquistata né distrutta".
La violazione di un luogo sacro dei Popoli indigeni è una minaccia per la sopravvivenza della loro identità. Riteniamo che ogni Popolo abbia il diritto di conservare le sue tradizioni e le sue credenze religiose. Chiediamo a questa Assemblea che ci aiuti a tutelare i diritti religiosi del Popolo Apache e a difendere la loro montagna sacra.

Grazie Signor Presidente.


Rosalba Nattero
Rappresentante dell'Apache Survival Coalition
VicePresidente della Ecospirituality Foundation