UNITED NATIONS
COMMISSIONE PER I DIRITTI UMANI
Working Group On Indigenous Populations
Geneva 21 to 25 July 2003


La Declaration di Rosalba Nattero

Signor Presidente,

il mio nome è Rosalba Nattero. Sono stata nominata Rappresentante della Apache Survival Coalition e sono qui per parlare a nome di Ola Cassadore, Presidente dell'Apache Survival Coalition. Questa organizzazione ha guidato l'opposizione allo sviluppo di un progetto astronomico sulla loro montagna sacra, Dzil Nchaa Si'an, conosciuta come Mount Graham. Dzil Nchaa Si'an si trova in territorio Apache ed è attualmente amministrata dal U.S. Forest Service, una unità del Dipartimento dell'Agricoltura.
Due telescopi sono già stati costruiti, e un terzo, l'LTB (Large Binocular Telescope), è in costruzione. Il progetto prevede la costruzione di sette telescopi su questa montagna sacra. Questo sviluppo totalmente illecito è stato contestato dagli Apache sin da quando essi sono venuti a conoscenza del progetto, circa quattordici anni fa. Sono state organizzate manifestazioni di opposizione al progetto ancora prima che un singolo albero fosse abbattuto o una mina fosse fatta esplodere. La Tribù degli Apache San Carlos, la Tribù dei White Mountain Apache, la Apache Survival Coalition, il National Congress of American Indians, il National Council of Churches, e molte altre organizzazioni nazionali ed internazionali hanno preso posizioni ufficiali contro il progetto.
Come ho già fatto durante il 20' WGIP, mi appello ancora una volta contro la violazione di un luogo sacro e dei diritti religiosi di un popolo. Mi riferisco a Mount Graham, la montagna sacra degli Apache minacciata dalla costruzione di un osservatorio astronomico a cui partecipano, insieme all'Università dell'Arizona, anche il Vaticano e l'osservatorio di Arcetri, finanziato dal governo italiano.
Solo un telescopio, quello del Vaticano, è attivo al momento. L'Italia è anche coinvolta attraverso l'Osservatorio di Arcetri (FI), che continua a rifiutare i continui appelli di Ola Cassadore e dei suoi sostenitori.
Negli ultimi dieci anni numerose delegazioni di Apache sono venute in Italia per chiedere al governo di bloccare i fondi per Mt. Graham, ma gli appelli sono rimasti inascoltati. Sono state presentate proposte di legge per bloccare i fondi destinati all'Osservatorio, ma non hanno avuto finora nessun esito.
Una mozione è stata presentata alla Camera dei Deputati del Parlamento italiano in cui si chiede il blocco dei fondi. La mozione, firmata da 35 parlamentari di tutti i Gruppi, è stata discussa nel gennaio 2002, ma la discussione è stata aggiornata a data da destinarsi.
Il progetto è andato avanti nonostante queste opposizioni e nonostante la legge di preservazione dei siti storici, appellandosi a delle esenzioni che il Congresso aveva votato in passato, e seppellendo altre importanti legislazioni.
La Apache Survival Coalition, nel 2001, citò in giudizio presso il Federal District Court i partners del progetto per bloccare la costruzione di una grossa linea elettrica che doveva provvedere all'elettricità per i telescopi. Nella primavera del 2002 la ASC chiese ad un giudice federale una ingiunzione per fermare la linea elettrica in attesa di essere ascoltata dal Tribunale. Questa ingiunzione fu negata e la costruzione continuò. Quando finalmente gli Apache furono ascoltati dalla Corte federale, la citazione fu archiviata in virtù del fatto che ormai la costruzione della linea elettrica era stata completata.
Dopo aver negato per molti anni che Mount Graham fosse un luogo sacro, nell'estate 2002 la U.S. Forest Service finalmente rilasciò un rapporto realizzato dai propri esperti in cui si dimostrava che l'intera montagna era un sito degno di essere iscritto al National Register of Historic Places, un registro federale per la protezione dei siti storici e culturali di importanza nazionale. Malgrado ciò, il Forest Service non ha ancora nominato questo sito nel Registro, nonostante sia una loro precisa responsabilità.
Nell'ultimo anno e mezzo, la Apache Survival Coalition ha condotto una battaglia per disssuadere due altre università ad aggiungersi al progetto come partners, l'Università del Minnesota e l'Università della Virginia. Tutte le Tribù del Minnesota, che conta una numerosa popolazione indigena, si sono opposte all'ingresso dell'Università nel progetto, così come ha fatto il Comitato per la Ricerca Sociale dell'Università. Nonostante questo, la direzione dell'Università ha preso la decisione di partecipare al progetto. Anche l'Università della Virginia è entrata nel progetto, ma ha chiesto all'Università dell'Arizona di consultarsi con gli Apache per procurare loro assistenza in campo di educazione e sanità. Ma seppure l'educazione e la sanità siano molto importanti per un popolo, questa proposta è vista dagli Apache come un tentativo di corruzione.
Lo scorso 26 marzo 2003, Rodolfo Stavenhagen, Special Rapporteur on Basic Human Rights of the Indigenous People, ha incontrato in Arizona Ola Cassadore e il suo staff i quali hanno illustrato e spiegato al funzionario ONU le ragioni della loro protesta.
La violazione di un luogo sacro dei Popoli indigeni è una minaccia per la sopravvivenza della loro identità. Ogni Popolo ha il diritto di conservare le sue tradizioni e le sue credenze religiose. Chiediamo a questa Commissioni che ci aiuti a tutelare i diritti religiosi del Popolo Apache e a difendere la loro montagna sacra.

Grazie Signor Presidente.


Rosalba Nattero
Rappresentante dell'Apache Survival Coalition
VicePresidente della Ecospirituality Foundation