UNITED NATIONS
COMMISSIONE PER I DIRITTI UMANI
Working Group On Indigenous Populations
Geneva 19 to 23 July 2004


La Declaration di Giancarlo Barbadoro

Signor Presidente,

la Ecospirituality Foundation ha più volte sostenuto i diritti dei Popoli indigeni, e in particolare la causa degli Apache San Carlos per la difesa del loro luogo sacro, Mount Graham.
Oggi ci rivolgiamo a questa Assemblea per fare un appello affinchè non vadano dimenticate l'identità e le esigenze culturali dei Nativi europei, che a fianco di tanti altri popoli indigeni vivono le stesse problematiche nello stesso confronto con la società maggioritaria.
In questa richiesta ci ispiriamo all'invito fatto dall'ONU circa il diritto di ogni popolo autoctono di potersi dichiarare tale senza essere discriminato o emarginato.
La presenza dei Popoli indigeni esiste anche sul continente europeo. Così come per i Popoli nativi degli altri continenti, anche nelle tradizioni dei Nativi europei si ricorda l'antica cultura che essi hanno ancora come riferimento, fonte di civiltà e di struttura sociale equa e dignitosamente morale. Una cultura che per conoscenze e arti non ha nulla di meno di altre del suo tempo, come quella egizia o quella andina.
Questa cultura pacifica esiste ancora oggi, dopo aver resistito alla forzata integrazione delle varie forme di potere che si sono avvicendate nella storia del continente.
E' un popolo oggi frammentato in tante comunità sparse sul continente europeo, che, intimorito dalle persecuzioni subite, chiede tutela per poter mostrare e vivere in libertà la sua cultura e i suoi valori morali di fratellanza, di rispetto per l'individuo e di libera conoscenza.
Un Popolo dimenticato che cerca di riagganciarsi alla storia visibile di questo millennio e di dare il suo contributo al cammino dell'umanità.
Oggi questa cultura basata sulla libertà e la fratellanza sopravvive nell'arte, nella musica, nelle pratiche religiose che l'hanno cooptata, nei miti e nella memoria comune del modo di essere di tanti europei.
Esistono in Europa Popoli che lottano per la sopravvivenza della loro cultura e per la salvaguardia dei loro diritti religiosi e dei loro territori sacri.
E' il caso del Popolo bretone: in questo momento in Bretagna, nel nord-ovest della Francia, c'è una popolazione che lotta per la difesa della sua spiritualità e, come avviene già per gli Apache San Carlos e per tanti altri Popoli nativi, lotta per il libero accesso ai propri luoghi sacri e alla loro conservazione ambientale.
A Carnac, in Bretagna, una battaglia si sta consumando ormai da più di tredici anni. Da quando cioè lo stato francese ha deciso di recintare il luogo megalitico tra i più vasti e famosi del mondo, togliendolo di fatto all'utilizzo dei suoi maggiori frequentatori, gli abitanti di Carnac.
Il sito megalitico di Carnac è un patrimonio che costituisce l'eredità di un passato lontano migliaia di anni, ed è il massimo riferimento spirituale e culturale degli abitanti della zona.
Per gli abitanti di Carnac, e per i bretoni in genere, il sito megalitico di Carnac costituisce un riferimento spirituale e occupa un posto centrale nella loro identità culturale e sociale. Da secoli gli abitanti erano abituati a considerare il loro sito megalitico un luogo sacro, e a celebrarvi tutte le loro cerimonie principali, le assemblee cittadine, le manifestazioni culturali, artistiche, religiose.
Ma nel 1991 il governo francese ha varato un progetto che prevedeva la costruzione di uno stabilimento turistico di vaste proporzioni, espropriando ai cittadini il sito e tutte le abitazioni in esso contenute.
Dopo più di un decennio di dura protesta da parte degli abitanti di Carnac il progetto è stato in parte fermato, ma l'accesso al luogo continua tuttora ad essere impedito.
Rivolgiamo a nome loro, quali portavoce della loro speranza, la richiesta a questa Assemblea di poter essere ascoltati e di far valere il loro diritto di esistere nella storia e di ricevere rispetto per la propria identità culturale da parte della società maggioritaria che ancora oggi si confronta con le altre popolazioni native del pianeta.

Grazie Signor Presidente.

Grazie a tutti per aver ascoltato questo appello.


Giancarlo Barbadoro
Rappresentante dell'Apache Survival Coalition
Presidente dell'Ecospirituality Foundation