UNITED NATIONS
COMMISSIONE PER I DIRITTI UMANI
Working Group On Indigenous Populations
Geneva 22 to 26 July 2002


La Declaration di Giancarlo Barbadoro

Signor Presidente,

mi chiamo Giancarlo Barbadoro. Sono presidente della Ecospirituality Foundation e rappresentante della Apache Survival Coalition.
Sono qui per sollevare una riflessione sulla natura e sul valore che possiamo attribuire alla spiritualità dei Popoli naturali a seguito del caso Mount Graham, la montagna sacra degli Apache San Carlos minacciata dalla costruzione di un osservatorio astronomico.
L'Università dell'Arizona, USA, e altre società internazionali hanno deciso di costruire una serie di telescopi, incuranti delle proteste degli Apache.
Molti partner, sull'onda della protesta internazionale, si sono ritirati dall'impresa. Altri hanno fatto sapere che continueranno nel lavoro di installazione. A questo proposito, il Vaticano ha dichiarato che il luogo non ha caratteristiche di sacralità.
Al di là del dibattito su quanto concerne la violazione dei diritti religiosi del Popolo Apache, il caso Mount Graham si è rivelato inaspettatamente come l'occasione per sollevare una inevitabile riflessione sulla natura e sul valore da attribuire alla spiritualità dei Nativi americani e dei Popoli naturali in generale.
Ma come si può definire un luogo "sacro" e distinguerlo da un altro luogo che non lo sia? E' evidente che solo la spiritualità di chi usa questi luoghi può determinare un tale giudizio e non ci può essere nessuno che, in base alle proprie convinzioni, possa determinare la qualità della sacralità di un popolo.
Non è più possibile relegare la spiritualità dei popoli nativi in forme di superstizione etnica. E' sempre più evidente come la loro spiritualità sia basata su una conoscenza intima e universale della natura, molto più ecumenica di quanto possano aver scoperto le grandi religioni, storicamente da sempre in antitesi tra di loro.
La riflessione sul valore da attribuire alla spiritualità dei Nativi americani che viene sollevata dal caso Mount Graham si estende necessariamente, per logica conseguenza, anche a ciò che concerne le culture di tutti gli altri popoli nativi.
Si evidenzia così il concetto di Popoli naturali, comprendente tutte quelle culture etniche che hanno sviluppato una cultura spirituale al di fuori dal contesto delle grandi religioni. Una cultura spirituale nata dall'esperienza maturata nel rapporto diretto e pragmatico tra l'uomo e i fenomeni della natura.
Riteniamo pertanto che le credenze dei Popoli indigeni siano un prezioso bagaglio di esperienza spirituale, testimone di un processo evolutivo di conoscenza del mondo che sembra essere stato interrotto o disperso dall'interferenza delle cosidette grandi religioni.
Questa considerazione porta a riscattare i popoli nativi dal loro ruolo culturale di presunta inferiorità storica, non solo per quanto riguarda i Nativi americani, ma anche i popoli nativi di tutto il pianeta, per ristabilire il significato della loro intuizione e della loro dignità spirituale, utile per tutta l'umanità.
Non solo. Si può osservare come dalla spiritualità dei Popoli nativi si possa giungere all'intuizione dell'esistenza di una spiritualità universale che finora non era mai stata pensata in questi termini.
Infatti, la spiritualità dei Popoli indigeni, nel loro riferimento comune alla Natura, possono essere esempio di come si possa vivere in contatto con al natura stessa, della necessità di rispettarla, della possibilità di una effettiva fratellanza tra i popoli e di una unità spirituale in una effettiva religione naturale che sia comune a tutti i popoli del Pianeta. Una lezione di pace e di progresso che l'umanità non può sottovalutare.

Grazie Signor Presidente.


Giancarlo Barbadoro
Rappresentante dell'Apache Survival Coalition
Presidente dell'Ecospirituality Foundation