LA COSMOGONIA DEI BASSA

A cura di Samuel Brice TJOMB
Ricercatore, membro della Confrérie
Mbog-Parlement

Fin dalla notte dei tempi i Bassa hanno sempre creduto in una divinità suprema. HILOLOMBI è il nome più antico per designare Dio. Allo stesso tempo, è anche il meno usato perché è sacro e sconosciuto.
A memoria d'uomo nessun Bassa ha mai portato questo nome. Hilolombi significa "l'anziano degli anziani". Un mito racconta che anticamente, all'inizio dei secoli, Hilolombi abitava con gli uomini e dava loro saggi consigli aiutandoli ad avanzare lungo il camino della giustizia, del mutuo rispetto e dell'amore. Purtroppo l'uomo ha schernito la sua divina presenza opponendogli resistenza, disobbedendo, indurendo sempre più il suo cuore!
Spazientito, indignato e profondamente deluso, Hilolombi è scomparso, di modo che nessuno sa dove si trovi esattamente. Nella sua solitudine, l'uomo è stato messo a dura prova. Privato di qualsiasi protezione divina, ha preso coscienza dei limiti del suo orgoglio e della sua miseria. Dopo aver riconosciuto la sua debolezza in tutti i campi, si è ricordato del suo Dio, Hilolombi, che aveva disprezzato. Da allora lo cerca dappertutto. " (F. AMATO, Croyance Bassa P20-21)
Attraverso questo mito si organizza tutta la cosmogonia del popolo Bassa e pertanto la sua struttura sociale. Il popolo Bassa è fondamentalmente rimasto legato alla natura e alle sue credenze ancestrali. Al fianco di Hilolombi si trovano altri due Dei: BAYEMLIKOK e JOB.
Un'epopea racconta e conferma l'esistenza di tali dei. E' raccontata nell'antica narrazione di " Bon ba Hitong Lingom " nella quale viene ripresa la genesi nei termini seguenti:

" Il sole (Job en Bassa) declina nel cielo, sì, ci fu un giorno
Bihuga, figlio di Ntet guarda
il sole
Scruta il Sole.
".
Un altro passaggio dice:
" Si il sole sale in cielo
Il sole sale in cielo, il sole si ferma
Sua madre appende il cucchiaio,
Distoglie gli occhi dal sole"
;
Job è il nome che i Bassa usano comunemente per indicare Dio. Job significa "sole".

Il popolo Bassa ha sempre saputo vivere in armonia con la natura. Il culto del Sole che sta alla base del monoteismo gli è familiare.

In genere i neonati venivano presentati al sole in occasione di un rito chiamato "YAA"; rito durante il quale una fanciulla vergine tiene il bambino in posizione prona mentre gli viene versata addosso dell'acqua raccolta nel cavo di un albero, mescolata all'acqua con la quale il bambino è stato lavato dalla nascita.
Questa miscela viene versata sul bordo del tetto della capanna familiare. Il padre pronuncia ad alta voce il nome scelto per il bambino mentre le gocce di acqua cadono sulla schiena del neonato. Tutti i presenti scandiscono festosamente e ripetono le virtù divine, quelle del sole.

Un altro nome, "Bayemlikok", rimanda ad una massa schiacciante, onnipotente, contro la quale l'uomo è impotente. Bayemlikok è un personaggio insondabile, inafferrabile di fronte alla saggezza limitata e frammentaria dell'uomo. Piccolezza e saggezza sono due aspetti dell'uomo partendo dai quali è possibile evocare Dio.

A lungo considerate popoli con una mentalità prelogica, le civiltà africane sono invece ricche di sapere. Un sapere universale attestato da studi approfonditi realizzati da ricercatori. L'ignoranza e l'oscurantismo che hanno caratterizzato le motivazioni di conquista coloniale hanno un impatto negativo sui nostri valori ancestrali.
L'espansione occidentale in Africa ha portato al progressivo abbandono dei culti e della modalità di pensiero africano a vantaggio della scuola moderna caratterizzata dalla predominanza cartesiana. A lungo questa ideologia di "popolo primitivo" è stata diffusa da un'epoca all'altra attraverso vari protagonisti: il maestro che in passato insegnava alle generazioni precedenti che i nostri antenati erano i "galli", che era importante civilizzare il negro e insegnargli Dio! Il cristianesimo per primo, il colonizzatore dopo di lui. Questo inganno è nato dal fatto che la civiltà africana è fondata sulla trasmissione orale e non sulla scrittura.


La funzione della parola
nell'organizzazione sociale
del popolo Bassa.

L'appartenenza passa attraverso una lunga e severa iniziazione attraverso la quale la conoscenza del regno animale, vegetale, minerale, delle leggi che li regolano e il controllo della parola, e quindi la sua sublimazione, portano alla sublimazione del candidato.
L'acquisizione, la conservazione e la trasmissione delle conoscenze e della potenza di questa parola rimangono ancora vive ai nostri giorni, appannaggio dei discendenti iniziati e designati per la successione.

Il Mbombog si distingue per le sue caratteristiche morali e il suo valore intellettuale intrinseco, per lo status di notabile nella società, il carisma personale, la profonda conoscenza delle leggi che governano le due facce dell'universo: il visibile e l'invisibile.

Quindi la spiritualità del popolo Bassa è contenuta nei suoi simboli fisici, le sue narrazioni e le sue leggende. Pertanto il Mbombog è, secondo le parole di Amadou Hampaté Ba, una "biblioteca vivente". Le verità universali sono fedelmente riposte nella sua memoria con il sostegno di procedimenti di conservazione della memoria. D'altra parte tutti i popoli della foresta agiscono allo stesso modo.

L'albero del Mbog affonda le sue radici fino nel mondo invisibile, attraverso le confraternite che ne costituiscono la struttura portante. Il problema fondamentale nelle nostre culture è poterle rivalutare in un mondo influenzato da altre correnti di pensiero che disumanizzano l'uomo, aggrediscono la natura e svuotano l'anima dei popoli della foresta.
Il Mbog ha conservato intatta la sua conoscenza del visibile e dell'invisibile, ma in una società in cui la deforestazione è dilagante, rischiamo di perdere per sempre i segreti contenuti nella foresta africana. Ahimè! Le generazioni future sono destinate a non avere più punti di riferimento? Che valore ha un popolo che non conosce la propria storia, al quale vengono insegnate cose che non gli saranno mai veramente utili. Dobbiamo inserirci nella globalizzazione tenendo conto della differenza.