LA MEDITAZIONE, LABORATORIO DI TRASCENDENZA

Che cos'è la meditazione

La meditazione è l'interpretazione dell'esperienza del Silenzio interiore in cui si manifesta l’essenza reale e mistica dell’esistenza. Un’esperienza che si fonda sull’interpretazione, personale e sperimentabile, di un archetipo evolutivo che si manifesta spontaneamente in natura.
La meditazione rappresenta un laboratorio di esperienze in cui si possono sviluppare le potenzialità introspettive e creative offerte dal Silenzio. Potenzialità che consentono di ritrovare se stessi, di trovare la propria armonia interiore e di realizzare progressivi stati percettivi superiori di coscienza con cui poter entrare in sintonia con il mistero che anima l’universo.
La meditazione consente ad ogni individuo di stabilire un rapporto armonico con l’esistenza da cui trarre vantaggio per migliorare la propria condizione umana, sia sul piano personale che sociale e metafisico. E’ un’azione di partecipazione alla natura reale dell’esistenza. Rappresenta un atto di poesia interiore ed è fonte di energia creativa che può essere rivolta verso se stessi, verso il prossimo e verso il senso della vita in genere.
La meditazione è un'antica esperienza praticata, nelle sue più svariate forme, da tutti i Popoli naturali. Essa comporta un'esperienza evolutiva per l'individuo che scopre se stesso e si relaziona con la natura reale dell'esistenza. E' praticata dagli aborigeni australiani, dai Nativi americani. Era praticata dagli antichi egizi, dal Popolo del Libro di cui oggi ci rimane ancora l'esoterismo dell'Albero Sephirotico ebraico.
Era conosciuta anche presso gli antichi Celti a mezzo della quale i druidi insegnavano i segreti dell'Yggdrasil, l'albero cosmico della vita simboleggiante l'evoluzione che si manifesta nella Natura. Essi integravano questa esperienza con un complesso e preciso schema cosmologico che si riassumeva nel concetto di Shan, la raltà immateriale e mistica dell’esistenza.
L’aspetto formativo della meditazione è oggi considerato utile a svariati livelli, dalle scuole di management alla preparazione degli astronauti, mentre il suo fondamento di esperienza metafisica rappresenta l’origine comune di religioni e di correnti di pensiero di ogni tempo.

A cosa serve la meditazione

La meditazione è innanzitutto uno strumento di benessere e di conoscenza che ogni individuo può usare in misura delle sue necessità per comprendere meglio se stesso e vivere idoneamente il proprio rapporto con gli altri.
La meditazione comporta un miglioramento della propria qualità psico-fisica, sviluppa l’attenzione e la capacità di apprendimento, consente un più idoneo utilizzo delle proprie risorse individuali.
Sul piano quotidiano permette un migliore rapporto con gli altri, con le persone che ci sono più care e nell’ambiente di lavoro. Sul piano intimo del proprio rapporto con l’esistenza è un modo importante per rispondere al richiamo del Trascendente.
La meditazione è un importante riferimento per l’esperienza ecospirituale, avvicina alla comprensione e al rispetto della natura e della vita, sotto ogni forma con cui essa si può manifestare, ispira all’equilibrio con l’ambiente e alla libera ricerca al di là di ogni possibile limite posto dai dogmi e dalle ideologie di parte.

L'esperienza reale dello Shan per trovare benessere e conoscenza

Noi esistiamo e siamo parte di un evento fenomenico che ci dà la possibilità di esistere.
L’esistenza è l'ambiente in cui nasciamo, viviamo le nostre vicende e poi moriamo. E' la Natura in cui identifichiamo ciò che ci circonda.
Ma la qualità intrinseca della Natura non è solo al di fuori di noi. L'esistenza è anche la consapevolezza e la percezione del Mistero mistico che è colta dall'attenzione dei filosofi.
In definitiva noi stessi siamo parte dell'esistenza. Siamo l'esistenza.
Gli antichi druidi definivano la Natura con il termine di Shan, concetto con cui definivano l'immaterialità della sua essenza, che non poteva essere definita in alcun modo, poichè più si cercava di inscriverla in una rappresentazione concettuale, più ci si allontanava dalla sua diretta esperienza. Un termine che identificava anche il Vuoto, un "vuoto" che significava l'assenza di tutti i possibili attributi concettuali.
Il Vuoto rappresenta la realtà del senso della nostra esistenza. L'universo stesso è nato da questa proprietà fenomenica attraverso il processo riconosciuto nel Big bang che ancora oggi continua a esistere nella dimensione di Vuoto che lo ha generato e che gli fa da supporto.
Tutta la vita dell'individuo, come quella dell'universo, sembra essere sottesa alla logica fenomenica dello Shan. Tutto ciò che segue questa logica porta al benessere e a una inestimabile conoscenza di sè e delle cose. Contrastarla con le proprie convinzioni personali soggettive porta inevitabilmente all'ignoranza, al disagio e alla sofferenza.

Natura e mistica del Silenzio

Al di là dei valori religiosi e delle varie interpretazioni che vengono date all'esistenza, essa si manifesta in ultima analisi come un atto di pura essenza, esaustiva a se stessa, che non esprime altro che il suo stato d'essere. Sono gli individui che la colmano di emozioni e di aspettative. Ma essa è un bagliore che attraversa l'eternità e nient'altro. E' uno stato d'essere della Natura che non può essere altro che quello che è. Solo mettendo a tacere le nostre interpretazioni possiamo entrare al cospetto della vera natura dell'esistenza.
Si può dire che solamente nel silenzio possiamo cogliere la natura con cui essa si manifesta.
Non potrebbe essere altrimenti. L'esistenza è come la roccia di una montagna che si mostra nella trasparenza delle vette. C'è e basta. Come la montagna, l'esistenza si mostra nel suo silenzio manifesto e si fa abbracciare dallo sguardo interiore.
Ma il Silenzio della Natura non è muto. Il suo è un Silenzio fragoroso, capace di poesia e allegria, ma che parla soprattutto di una conoscenza immensa al di là della portata ordinaria dell'individuo.
Un silenzio che dobbiamo necessariamente realizzare in noi stessi per poter entrare naturalmente in sintonia con l'essenza dell'esistenza e godere del benessere e della conoscenza che essa può concedere.

La coscienza e i suoi stati superiori

Il cervello è un organo particolare che produce il nostro senso ordinario di esistenza. Per una parte raccogliendo i dati sensoriali da uno specifico e limitato spettro percettivo della Natura e per l'altra creando in seno alla sua struttura neuronale un mondo olografico che è il riflesso distorto e incompleto di ciò che esiste realmente.
Noi siamo gli spettatori di questa rappresentazione olografica. E' difficile dire che cosa sia e che cosa rappresenti questo essere noi.
Dalla sua nascita, poco alla volta, l'individuo si trova a prendere confidenza con la dimensione in cui si trova e poco alla volta prende sempre più consapevolezza della propria identità, del suo io che rappresenta la più intima percezione di sè che può cogliere, al di là delle emozioni e dei pensieri.
Un io che nella sua completa percezione diviene un ente trasparente, non più rapportabile a forme e concetti conosciuti in altre precedenti esperienze. Una sorta di diamante cristallino, totalmente trasparente che non può rilevare la sua forma, ma che pur ha consapevolezza di esistere. Quello che i Popoli naturali identificano nel concetto di coscienza o spirito.
Quando questa consapevolezza diventa capace di fare esperienza cosciente nell'ambiente in cui vive e estende la sua percezione al piano fenomenico di esistenza che gli consente di esistere, essa comincia a sviluppare piani di consapevolezza che trascendono le apparenze sensoriali e giungono a piani superiori di coscienza.
Sino ad entrare in sintonia con la natura immateriale dello Shan, con il Mistero che l'anima.

La meditazione come esperienza di vita

La meditazione rappresenta un modo di essere. Un atteggiamento esistenziale di natura ecospirituale che investe tutta la sfera dell'individuo, ovvero una esperienza di equilibrio interiore dell'individuo che sviluppa una relazione armonica con la Natura.
La meditazione è la dimensione del Silenzio in cui si entra in sintonia con la Natura e ci si trova a contatto con il Mistero che l'anima. E' la dimensione del contatto con il Vuoto, lo Shan dell'antico druidismo, il piano invisibile e reale dell'esistenza, in cui trovare benessere e conoscenza.
La meditazione è la qualità di esistenza che è vissuta dai Popoli naturali nel loro rapporto con la Natura, nella sua immaterialità e nel Mistero che essa manifesta.
E' la dimensione del vivere come vento nel vento, partecipando al senso reale dell'esistenza senza essere ipotecati dalle soggettività dell'ordinario quotidiano.
Non c'è differenza tra l'esperienza che è possibile vivere nella dimensione della meditazione e la natura reale dello Shan, la qualità immateriale dell'esistenza concepita dall'antico druidismo. Il druidismo non distingueva tra lo Shan inteso come esistenza e lo Shan inteso come meditazione. Entrambe le esperienze di riferimento possedevano la stessa attribuzione nella condivisione delle proprietà del Silenzio.
La meditazione è la dimensione dell'esistenza vissuta in armonia e coscienza d'essere, in cui l'individuo può trovare benessere e intuizioni interiori e dove può sviluppare la sua libera creatività secondo i suoi reali bisogni.
La dimensione della meditazione è una esperienza globale che viene interpretata in due ambiti specifici ma indissolubilmente saldati tra di loro:

  • uno spazio di creatività illimitata in cui l'individuo partecipa all'esistenza in tutte le sue potenzialità
  • uno spazio di creatività interiore dove l'individuo realizza la sua armonia e il suo equilibrio. Esperienza identificabile in una attività di metodo per mantenere lo stato di armonia interiore che viene sviluppata nella dimensione della postura (che per il luogo comune rappresenta la meditazione).
  • La meditazione e il concetto di ecospiritualità si sovrappongono nella stessa identità eperienziale: entrambe esprimono la condizione dell'individuo che vive un equilibrio interiore e che è in grado di rapportarsi armonicamente con l'ambiente, sino a tracimare il suo significato dal manifesto al suo piano globale e reale.

    Andare al di là della mente per vivere il senso reale dell'esistenza

    Noi mediamo la nostra partecipazione allo Shan attraverso i sensi che ci consentono un’esperienza limitata dell’esistenza. Nasce così la percezione dell’universo, e quindi della materia in cui questo si identifica, senza essere in grado di vedere la reale qualità esistenziale, il Vuoto, da cui il tutto ha avuto origine e esiste tuttora.
    Su questa percezione limitata del Vuoto si basa quindi l’attività della mente, una forma di funzione astratta del cervello, che dà forma alle nostre esperienze quotidiane, alle nostre convinzioni personali e al senso stesso dell’esistenza che stiamo vivendo.
    La mente è lo specchio inconsapevole e imperfetto dell’esistenza che ci è proposta dalla limitatezza dei sensi. Su questa base si formano dottrine filosofiche, religioni e comportamenti individuali.
    La mente per molti rappresenta una dimensione importante poiché spesso accade che lo stato di consapevolezza individuale, quello definito dai Popoli naturali come Spirito, viene a confondersi con l’esperienza che essa manifesta. In questo caso trovano pertanto valori come i sentimenti, i ricordi, le morali comportamentali, le ideologie e le forti emozioni. Esperienze che in realtà sono soggettive e che dipendono solamente dalle funzioni della mente. Esperienze basate sulla limitazione egotica del cervello, essenzialmente fonte di sofferenza, di disturbo esistenziale e di conflittualità con gli altri.

    Come meditare

    Per attuare una semplice forma di meditazione è sufficiente sedersi quietamente in una postura comoda in un luogo non disturbato da rumori o dal passaggio di altre persone. Dopo aver chiuso gli occhi si rimane nella posizione assunta cercando di mantenere la propria consapevolezza senza lasciarsi distrarre dai pensieri o dalle eventuali emozioni che inevitabilmente affollano la mente. Questo esercizio dell'interiore permette di identificare la propria identità più vera e di stabilire un rapporto interattivo con la natura reale dell'esistenza.
    Al di là di questo semplice esercizio, esistono molte tecniche con cui condurre più idoneamente e con maggiore efficacia la prassi della meditazione, alcune molto semplici e altre che propongono metodologie eccessivamente complicate spesso sconfinanti con pratiche che nulla hanno più a che fare con la meditazione stessa.
    Il Seminario di meditazione propone un corpus metodologico basato sulla struttura di base che è comune a tutte le metodologie applicate presso le culture dei Popoli naturali e che rappresenta la base essenziale di tutte le forme di meditazione conosciute al di fuori di questo contesto.
    Il Seminario propone la meditazione come un laboratorio di esperienza volto ad una conoscenza interiore e della natura dell'esistenza, in grado di costituire una esperienza mistica che porta l'individuo al contatto con il trascendente e che gli consente contemporaneamente di portare nel quotidiano il benessere e l'armonia che ne può ricavare. Una sorta di "athanor alchemico" che si mostra in grado di operare una trasmutazione per l'ottenimento della "pietra filosofale" interiore.

    La meditazione con la "musica del Vuoto"

    La meditazione è un atto naturale di vita. Tutti possono praticarla per poter realizzare il benessere e l’armonia che essa comporta.
    La meditazione è una pratica totalmente naturale e facile da attuare poichè è basata su una proprietà libera della natura che porta all’evoluzione interiore e alla conoscenza di sè e del mistero che manifesta l’esistenza.
    Il Seminario di meditazione propone per un facile approccio l’utilizzo delle proprietà della musica del Vuoto. Una musica millenaria della tradizione dell’antico sciamanesimo druidico, basata su archetipi musicali strutturati su base matematica in grado di apportare naturale benessere e equilibrio. Una musica particolare che è in grado di agire come una sorta di agopuntura virtuale, o di elemento catalizzatore, capace di stimolare e di favorire il benessere psicofisico e l’evoluzione spirituale dell’individuo.
    La musica del Vuoto è nata agli albori della civiltà umana ed appartiene ad una ininterrotta tradizione di conoscenza che si riferisce al simbolismo solare che ha edificato mitiche ed ancora attuali civiltà e culture. La stessa tradizione che eresse Stonehenge, che si ammanta del mito di Atlantide e che ha lasciato sull'intero pianeta le sue vestigia megalitiche.
    La usavano gli sciamani del nord Europa, della mitica civilta' di Vinheim o la "terra della fratellanza", che venne realizzata dai proto-celti nelle loro prime migrazioni verso le terre del continente europeo del nord appena liberate dai ghiacci perenni.
    La musica del Vuoto è stata tramandata come una musica realizzata su una logica compositiva che riflette intime strutture matematiche e archetipali dell’esistenza, nella sua natura assoluta di Vuoto mistico. Strutture musicali che sono in grado di sollecitare l'esperienza evolutiva utile sul piano interiore dell’individuo che l’ascolta, risvegliandolo alla conoscenza e alla partecipazione della natura reale dell’esistenza.
    La meditazione attuata con il supporto di questa musica, riproposta nell’esecuzione di Giancarlo Barbadoro, consente l’ottenimento do intuizioni e dell’esperienza del Vuoto, lo Shan degli antichi druidi, la natura assoluta e cognitiva dell’esistenza a cui fanno riferimento i Popoli naturali del pianeta e da cui si può ricavare l’energia necessaria per l’ottenimento e il mantenimento del proprio benessere nell’ambito di un’armonia globale e avvicinarsi al mistero del Trascendente.
    Con l'utilizzo della musica del Vuoto, la meditazione si rende facilmente accessibile a chiunque voglia sperimentarla, senza problemi di tempo e di applicazione didattica, ottenendo immediati risultati secondo le proprie esigenze personali.
    Il Seminario di meditazione integra le possibilità offerte dalla musica del Vuoto con altre tecniche di base per offrire un quadro completo e dare la possibilità di apprendere l’esperienza della meditazione in maniera completa e esauriente.

    L'opportunità di costituire un cerchio di meditazione

    Anche se la meditazione è una esperienza prettamente personale, l'attuazione della meditazione per conto proprio può tuttavia risultare prima o poi ostacolata dall'impossibilità di poterla esprimere e di poter verificare interamente tutte le sue manifestazioni creative. A questo proposito possono intervenire, inconsapevolmente, eventuali suggestioni culturali di varia natura, aspettative personali e la poca costanza nell'attuare l'esperienza da soli.
    Per tale motivo si può pensare di ovviare a questi inconvenienti praticando la meditazione con altre persone che siano interessate a sperimentarla.
    La pratica millenaria della meditazione suggerisce l'utilizzo dello strumento di supporto esperienziale rappresentato dal cerchio di meditazione che, nelle sue prassi e nella sua occasione di incontro, permette l'estensione dell'esperienza della meditazione individuale ad una dimensione di gruppo in cui attuare un approfondimento ed una reciproca verifica naturale dell'esperienza vissuta.
    Nella dimensione del cerchio di meditazione è possibile realizzare uno strumento di crescita individuale costituito dall'attività dello studio in comune e dall'occasione di confronto reciproco, oltre a realizzare rapporti umani basati sulla comune esperienza della meditazione che possano assolvere ai personali bisogni quotidiani. In questa occasione, oltre che a sperimentare l'esperienza diretta della meditazione, possono nascere anche specifiche iniziative culturali spontanee, secondo la libera creatività dei partecipanti del cerchio, che possono costituire una eventuale ulteriore estensione di verifica e di creatività nel vissuto quotidiano.
    Per costituire un cerchio di meditazione è sufficiente invitare a partecipare a un incontro settimanale gli amici con cui si può condividere l'esperienza. L'esperienza in merito suggerisce di trovarsi sempre allo stesso giorno e alla stessa ora per dare un ritmo costante e di continuità al lavoro del cerchio stesso.

    La meditazione planetaria del martedì

    A coloro che intendono costituire un cerchio di meditazione, si suggerisce di prendere a riferimento l'incontro comune della "Meditazione Planetaria del Martedì" che riunisce in un cerchio ideale genti di ogni paese e di ogni orientamento culturale in un'unica sinergia spirituale planetaria. L'appuntamento della meditazione planetaria ha luogo ogni martedì alle ore 20 di Greenwich.
    L'iniziativa è stata promossa nel 1986 dal New Earth Circle, una organizzazione morale di natura internazionale che è nata spontaneamente ad opera di vari esponenti della cultura della meditazione di tutto il pianeta, riunitisi appunto in un martedì, in Scozia nelle Highlands per un importante incontro spirituale che ha dato origine all'iniziativa. Per la sua portata esperienziale e morale l'iniziativa è stata quindi adottata dalla Ecospirituality Foundation che ne fa oggi un importante strumento di conoscenza e di divulgazione della meditazione.